Alla base dell'intervento c'è la tecnica ricostruttiva attraverso l'autotrapianto. Hanno utilizzato le parti ossee della mano non devastate nell'incidente, mentre ne hanno prelevate altre dall'avambraccio sinistro. Il dottor Giorgio Merlino, 42 anni microchirurgo, illustra a "il Biellese" il difficile ed estenuante intervento che è valso a salvare l'arto. L'esplosione di un copertone, il camper incontrollabile che sbanda sull'autostrada, si ribalta. Una, due volte. Poi le sirene dei mezzi di soccorso e sulle autoradio di chi sta andando in vacanza una segnalazione: traffico bloccato sulla A4 nei pressi di Brescia per incidente.

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Il Maria Vittoria è stato teatro di un intervento la cui tecnica è stata adottata per la prima volta in Italia durante l'asportazione radicale alla prostata. Si tratta dell'autotrapianto del nervo cutaneo laterale del braccio per la ricostruzione del nervo erettore prostatico, la cui asportazione è causa di impotenza.  L'autotrapianto, così come è stato inventato dagli americani (che, però, utilizzano il nervo surale del piede), è già stato fatto in alcuni casi in Italia. L'operazione con l'uso del nervo del braccio, invece, non era mai stata fatta prima.  A inventare la nuova tecnica sono stati gli specialisti del Maria Vittoria, l'urologo Maurizio Moroni e l'esperto di microchirurgia plastica, Giorgio Merlino.  All'elaborazione teorica ha dato un impulso anche il direttore generale, Giuseppe De Intinis. Il paziente, un uomo di 63 anni, era stato colpito da un tumore alla prostata che comportava la sua asportazione con il sacrificio dei nervi responsabili della virilità.